Come NON diventare schiavi del digitale

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Una manciata di anni fa, il web viaggiava su linee analogiche instabili, lentissime e rumorose. All’epoca era impensabile, per l’uomo comune, immaginare un futuro in cui il legame fra umano e digitale sarebbe stato rapido, fortissimo e quasi imprescindibile.

Smartphone, e-commerce, social network. Non esiste più nessuna attività umana (ludica, lavorativa, legata a sport o cibo o viaggi o hobby o sicurezza) che non sia legata al mondo informatico.

Non sono qui per fare il barboso conservatore che dice che tutto il web è male. Anzi, è importantissimo rendersi conto di tutti i vantaggi che la rete ci dà ed essere sempre aggiornati. A tutti i miei amici che snobbano la tecnologia io consiglio sempre di leggere articoli tecnici anche in vista della profonda rivoluzione che vivremo a breve, quella del Metaverso.

Quindi io non sono uno che odia né web né social. Tuttavia, l’evoluzione digitale umana ci ha colti così di sorpresa - vista la sua immensa celerità - da trovarci impreparati. Ne siamo stati tutti inglobati, anche la generazione che non aveva tenuto mai nemmeno un cellulare in mano fino all’età adulta (i così definiti e tanto sfottuti boomer che oggi fanno viaggiare da una chat all’altra le cartoline di buongiorno e buonanotte).

Un tale sconvolgimento della nostra esistenza ha fatto sì che noi oggi siamo sempre più connessi con il macchinario (ipnotizzati da feeds, incollati a stories e reels) e sempre meno connessi con noi stessi.

Ti mostrerò allora 3 rischi dell’overuse di internet e le possibili soluzioni.

Il tutto per un miglioramento della tua salute psicofisica. Per aiutarti a riappropriarti della tua esistenza e diventare più produttivo. Per aiutarti a usare il tempo in maniera più fruttuosa e non stando incollato a uno schermo. Per far sì che tu possa utilizzare i device in maniera consapevole.

I tre rischi di chi è iper-connesso

1. Information overloading. Questo letteralmente vuol dire "Sovraccarico di informazioni". Ossia: da un lato il web ha apportato l'enorme vantaggio di moltiplicare i canali di diffusione, e di trasformare ogni fruitore in un produttore di contenuti. Dall'altro ci bersaglia con una quantità di informazioni superiore rispetto a quella che il nostro cervello è in grado effettivamente di processare. Il risultato? Confusione, smarrimento, ansie inutili e... un gran mal di testa!

    Cosa fare quindi per contrastare questo fenomeno?

    Non dare retta a tutto quello che viene scritto in rete: questa regola d’oro ti metterà al riparo sia dal rischio di imbatterti in fake news, sia dal rischio di provare angoscia inutile. Infatti, il web non ti espone soltanto alle famose bufale (costringendoti poi a step inutili di controverifica sui siti dei debunker). Il web ti bombarda anche di informazioni clickbait e sensazionalistiche. Molti canali di informazione, che pure non producono fake news, tendono comunque a cercare la tua attenzione. Per farlo, pompano ogni notizia al massimo, in modo che ti colpisca. Le news di oggi su guerre e malattia assumono toni apocalittici, catastrofisti. Spauracchi inutili pendono sulla tua testa quando spesso basterebbe usare toni più informativi e trasparenti per aiutarti a comprendere meglio il mondo ma senza per questo provare paura per il futuro. La tua arma sarà non dare retta a tutto.

    Taglia il flusso di input all'essenziale: smettila di seguire pagine o tweet che non apportano un reale valore aggiunto alla tua giornata. Non diventare dipendente dal voler sbirciare le vite degli altri su Instagram o TikTok. Non ti accalorare ogni volta che vedi un commento Facebook che non ti piace, costringendoti a dover litigare sul web per ore con perfetti sconosciuti perdendo tempo e serenità. Snellisci il monte di input e stimoli che la rete può darti. Controllali. Sii padrone del tuo tempo e del tempo che vuoi dedicare al digitale. E il digitale usalo solo per attività utili, ispiranti, divertenti e costruttive. Studia. Cerca nuove prospettive di lavoro o eventi nella tua città, Molto più utile che l’ennesimo video di una coppietta che si tiene per mano su una spiaggia con la stessa musica di duemila altri reels, no?

    2. Invadenza del digitale. In ogni momento della nostra vita, ormai, qualsiasi notifica può raggiungerci. Qualsiasi attività della nostra vita, anche quelle sacrosante (un primo appuntamento, un meeting di lavoro, una birra con cari amici) può essere interrotta da un messaggio in arrivo, o dalla nostra voglia di controllare le home dei social per verificare se qualcosa è accaduto a chilometri di distanza. A chilometri di distanza dal momento che ci stiamo impedendo di vivere. Anche qui è necessario intervenire.

    Ridefinisci le tue priorità in base a ciò che risulta più importante, non in base a ciò che ti sembra più urgente. Urgente è tutto ciò che richiede un intervento immediato. Importante è invece tutto ciò che produce risultati più consistenti nel lungo termine ed è ciò su cui ognuno dovrebbe investire la maggior parte del proprio tempo. Ebbene, ora considera che la tua ansia da connessione ti fa sembrare “urgenti” cose che NON lo sono (davvero se non apri quella notifica ora potrebbe finire il mondo?)

    E considera che ci sono poche cose importanti come goderti con piena consapevolezza quella birra con quei tuoi amici. Quindi perché non diventi più padrone di te stesso e non ti accorgi di quello che stai buttando via? Perché non pensi prima di sbloccare quello schermo? Perché non la smetti di rinunciare alle cose importanti?

    3. Parenti e amici incollati ai propri schermi. L’ultimo problema non riguarda te stesso ma il gruppo umano in cui vivi. Ribaltiamo la situazione. Sei a bere una birra con amici ma sei tu, stavolta, a doverti sorbire gli altri che si distraggono e si distaccano dal bel momento che state vivendo, attaccandosi allo schermo. Lo stesso a una cena coi parenti. Anche in questo caso intervenire è essenziale, per il benessere psicofisico tuo e degli altri.

      Cerca di capire l’entità del problema. Ovvero, innanzitutto non metterti in posizione giudicante. Usa l’assertività, non l’aggressività. Inutile sgridare il tuo amico o collega o fidanzato con: “se non spegni quell’affare me ne vado!” Prima cerca di capire. Magari l’altra persona deve pubblicare qualcosa di importante per il suo lavoro, o sta attendendo aggiornamenti importanti da un parente in ospedale. Prima interroga il tuo interlocutore su cosa stia accadendo, visto che lo vedi distratto al cellulare. Se l’interlocutore non ha nulla di davvero urgente da fare, si sentirà a disagio nel risponderti che il motivo per cui ha guardato lo smartphone era pura abitudine. E magari lo metterà via.

      Non temere di affrontare l’argomento. Anche qui utilizzando l’assertività e non battutine passivo-aggressive, spiega alla persona il fastidio che stai provando nel vederla sempre al telefono o al tablet e a tutte le belle e preziose ore che state inquinando non potendo viverle davvero insieme. Ricorda di non accusare ma di spiegare il tuo punto di vista, ovvero come il comportamento altrui ti ferisce e come viene percepito da te. Ma senza giudicare, o peggiorerai la situazione.

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      Danilo Lapegna

      CEO e Founder del "Kintsugi Project"

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