Non è la vita a essere breve, siamo noi a sprecare il nostro tempo
Nella sua opera De brevitate vitae Seneca lo diceva chiaramente: troppe distrazioni ci impediscono di vivere davvero, appieno la nostra esistenza. Dunque il maestro della filosofia stoica ci aveva avvisato quasi duemila anni fa: “la vita, se si sa sfruttarla, è lunga”. Per questo le distrazioni sono nocive, spiega il filosofo. E pensare che, duemila anni fa, i social network non esistevano neppure.
Oggi siamo nell’Era della Distrazione. Moltissimo del nostro tempo lo passiamo incollati allo schermo. Ci sono serate in cui basta farsi trascinare dallo scroll di una serie di reels e, senza che ce ne siamo accorti, sono passate ore.
Una ricerca del 2022 di Datareportal sulla popolazione mondiale indica che, in media, passiamo su internet quasi 7 ore della nostra giornata. Il 40% del tempo in cui siamo svegli.
Mi chiedo cosa avrebbe da dirne Seneca.
Ristabilisci il tuo rapporto con i social network
I social network possono essere una impattante fonte di distrazione. Possono essere l’interferenza del nostro lavoro quotidiano sia esso il lavoro per cui siamo stipendiati, sia esso un progetto personale cui ci stiamo dedicando. I social hanno la capacità di assorbire completamente la nostra attenzione. Ogni volta che ci fermiamo da un task per controllare una notifica, stiamo perdendo il ritmo e la qualità del nostro lavoro. Il tempo libero che dedichiamo a guardare i video e le vite degli altri è tempo sottratto al nostro benessere personale.
Con questo non voglio dirti che da domani devi staccare ogni social network. Non voglio dirti che devi isolarti o diventare un asceta dal giorno alla notte. Mi rendo conto che questo non solo è impossibile, ma è anche dannoso. Ormai siamo talmente abituati alla vita iper-connessa che uno stacco repentino potrebbe causarci ansia e malessere (si pensi al fenomeno della FOMO). Inoltre i social network non sono da demonizzare dunque a che pro ignorarli totalmente?
L’approccio che condivido con te è il seguente: ristabilisci il rapporto che hai con i social network. Identifica le aree in cui i social stanno danneggiando la tua quotidianità. Come riuscirci? Ponendoti le domande giuste. Attraverso la risposta alle domande che ti poni potrai costruire una strategia di riduzione delle distrazioni.
Ad esempio:
- In che modo l’uso del cellulare impatta la mia quotidianità? Il cellulare è la prima cosa che guardo quando mi sveglio, e l’ultima prima di addormentarmi? Valuta anche quanto lo smartphone sparato in faccia prima di coricarti stia guastando le tue ore di sonno, la velocità con cui ti addormenti.
- Cosa provo quando uso i social? Il vedere le stories altrui mi provoca rabbia, invidia? Sento il bisogno di rispondere alle mille notifiche dei mille gruppi Whatsapp ma poi ne esco sempre frustrato per via delle conversazioni inconcludenti? Litigo spesso sul web?
I social: male assoluto o canale imprescindibile?
La risposta a questa domanda è complessa.
- Cosa guardo davvero quando vado su internet? Quali contenuti cerco? Il mio consiglio è: concentrati sugli argomenti che possono davvero interessarti. Segui hashtag di topic che sul serio ti stanno a cuore. O magari di luoghi che vorresti visitare, esplorare. Se fai così, anche il tempo iper-connesso sarà tempo utile. E non sarai amareggiato per aver passato ore, invece, davanti a video di gattini.
Da un lato ti ripeto: non demonizzare i social network. Non avrei a cuore il tuo benessere se ti consigliassi un digiuno totale dalla connessione. L’esperimento finirebbe come quelle famose diete radicali che vengono abbandonate dopo poche settimane, lasciandoti con più sensi di colpa di prima. Se tu dici a te stesso di troncare coi social in maniera integerrima e rigida, finiresti per viverla male. Per colpevolizzarti alla minima distrazione. Per condannarti al minimo fallimento, alla minima notifica che non hai fatto a meno di controllare. Invece devi volerti bene e accettare le tue fragilità. Vivi i social consapevole che fanno parte del nostro quotidiano. Sì, ci saranno giorni dove non sarai produttivo. Dove sarai stanco, arrabbiato, influenzato. Dove, ebbene sì, avrai solo voglia di stare a guardare video di gattini. Ecco, concediti anche giorni del genere senza fustigarti. Non vivere con un simbolico cilicio. L’importante è che tu sappia distinguere un giorno produttivo da uno di riposo, e che sia cosciente di quando il tempo lo stai perdendo davvero.
Dall’altro lato ti dico: non credere che i social network siano la risposta a tutto. Che siano davvero fondamentali, essenziali, imprescindibili. Potresti pensare: “Ma come faccio a vivere scollegato? Io con il web ci lavoro”. Magari sei un coach, un content creator, un addetto al marketing. Ebbene, Cal Newport, nel suo blog, cita l’esperienza di un suo lettore chiamato Alexander. Alexander, nel 2021, ha iniziato un quit totale dei social. Per il suo lavoro egli utilizzava LinkedIn, Facebook, Instagram e Twitter. Anche Alexander pensava che tale sciopero dai social lo portasse alla bancarotta. Invece ha scoperto che il suo business è cresciuto del 50% durante la sua “dieta digitale”. I clienti lo hanno comunque trovato grazie ai motori di ricerca. Se ti concentri sul tuo lavoro, i risultati arriveranno. Non hai bisogno di essere iper-connesso per essere trovato, credimi. È il classico adagio che amo molto: “Se costruisci una cattedrale in un bosco selvaggio, le persone costruiranno un sentiero pur di venirla a vedere”.
Consiglio pratico: il Flowtime per organizzare il tuo lavoro
Il consiglio pratico più noto per gestire lavoro e distrazioni è sicuramente il Metodo Pomodoro. Penso tu lo conosca: è una tecnica di gestione del tempo che presuppone, una volta che hai deciso un task, di lavorarci sopra per 25 minuti senza interruzioni. Finiti quei 25 minuti, avrai 5 minuti in cui fare quello che vuoi. Se non conoscevi tale Metodo puoi anche provarlo. Vedere se per te funziona.
Secondo me tale Metodo ha dei limiti e studiando alternative mi sono imbattuto nel lavoro di Zoë Read-Bivens. La Read-Bivens sostiene che, nel Metodo Pomodoro, il cronometro sia un tiranno. Perché devo lavorare 25 minuti se magari mi serve meno tempo o più tempo? La Read-Bivens ha dunque ideato un sistema chiamato Flowtime. Come funziona? Scegli un task sul quale vuoi lavorare in totale deep work. E intendo vero deep work quindi niente distrazioni, niente notifiche da controllare, niente e-mail da leggere o altri task da seguire. Lavoraci per il tempo che ritieni necessario, ma solo dopo aver segnato l’orario in cui hai cominciato a lavorare. Quando ritieni di voler prendere una pausa, allora fermati. A questo punto i suggerimenti sono molteplici: se hai lavorato 25 minuti allora puoi prendere 5 minuti di pausa. Se hai lavorato dai 25 ai 50 minuti, allora puoi prendere 8 minuti di pausa. Se hai lavorato dai 50 ai 90 minuti allora meriti 10 minuti di pausa. E ne meriti 15 se hai lavorato ininterrottamente più di 90 minuti.
Una settimana con una gestione simile ti consentirà di arrivare al weekend avendo già prodotto un sacco. E quindi, nel finesettimana, potrai svagarti. Avrai davvero tempo da dedicare a te, senza sensi di colpa. Non posso metterci la mano sul fuoco, ma credo che anche Seneca approverebbe!