Come imparare a scegliere in maniera efficace

Come imparare a scegliere in maniera efficace



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Nella pellicola Donnie Darko del 2001, il protagonista ha il potere paranormale di vedere il destino delle persone. Il destino appare come una linea fluttuante e trasparente che esce dal petto degli esseri umani. Nel film, qualunque cosa noi decidiamo di fare (anche alzarci a prendere una birra anziché stare seduti sulla poltrona) non stiamo facendo altro che seguire questa linea retta disegnata per noi da forze superiori. Donnie stesso si domanda se, allora, il libero arbitrio esiste. Siamo noi a poter scegliere il nostro cammino o non facciamo altro che scegliere un sentiero già disegnato?

Se anche a te qualcuno dicesse che qualunque passo tu prendi - anche scegliere le scale piuttosto che l’ascensore - non dipende da una tua scelta, beh, credo che la cosa ti traumatizzerebbe. Se c’è qualcosa che ci fa sentire davvero liberi e padroni della nostra vita è il poter scegliere. Soprattutto nella nostra civiltà occidentale dove alle scelte libere viene data una grandissima importanza.

Ma sei sicuro che, nel mondo in cui viviamo, tu sia sempre in grado di esercitare al meglio questo diritto di scelta? Sei sicuro di essere in grado, ogni volta, di optare per la decisione migliore fra tutte quelle che hai davanti? Sei certo che, ogni volta che scegli, tu stai davvero decidendo in maniera efficace?

In questo articolo ti spiegherò come, a volte, avere molte scelte è un incubo quasi peggiore che dover seguire ciecamente una predestinata linea immaginaria.

 

La paralisi decisionale

Nel mondo in cui viviamo, soprattutto nella società occidentale appunto, le scelte da prendere sono sempre moltissime. In media prendiamo più di 30.000 decisioni al giorno, alcune molto piccole e semplici, altre in grado di condizionare per sempre la nostra vita. E nel mondo in cui viviamo le offerte che riceviamo, le opzioni fra cui scegliere sono ancora maggiori. Questo dovrebbe essere un buon indicatore, giusto? Più scelta ho più ricca può essere la mia vita! Più scelta ho più sono libero! In realtà non la pensa così il nostro cervello.

Il nostro cervello è letteralmente bombardato dal monte di scelte possibili su base quotidiana. Al nostro cervello viene chiesto di prendere decisioni su quali biscotti comprare fra mille pacchi diversi, su quale auto comprare fra mille offerte diverse e persino - in questo mondo di dating app - su quali persone esprimere la nostra preferenza nel vasto catalogo in cui ci imbattiamo rimanendo on-line. Questo fardello cognitivo è causa di un fenomeno chiamato Paralisi Decisionale. Anziché sentirsi più libera e padrona del proprio destino, di fronte a questo ventaglio infinito di scelte la nostra mente si sente oppressa e si paralizza. Lo stress è enorme per il carico che diamo al nostro cervello, e anche per l’ansia che sussegue una scelta. Quante volte optiamo per un prodotto o un lavoro o un ristorante e subito dopo rimuginiamo su tutti gli universi paralleli in cui il nostro io alternativo ha preso un sentiero differente?

What if? Come sarebbe andata? Questa domanda ci agita e ci confonde.

La causa di questa Paralisi Decisionale è davvero da ricercarsi nel nostro modello di civiltà. Sheena Iyengar, autrice di The art of choosing, ****in un suo speech racconta di un esperimento fatto nei Paesi dell’Est. Ad alcuni individui in test veniva data la possibilità di decidere fra sette marche diverse di bibita in lattina. Queste persone, tutte lontane dalle logiche capitalistiche, tendevano a dire “ma la scelta è una sola! Non c’è differenza fra queste lattine! Sono tutte bibite gassate!”.

La nostra cultura invece, spiega la Iyengar, ci porta a vedere differenze abissali anche fra due smalti che hanno sfumature appena appena variate. E questo opprime il nostro cervello.

 

Un fattore di autostima

In un mondo così caotico, come praticare dunque questa arte della scelta in maniera efficace? Io credo che il primo pilastro per una sana e funzionale strategia delle scelte sia lavorare sulla propria Autostima. Molto spesso nelle scelte siamo molto condizionati. Nei momenti di forte indecisione, le persone tendono a virare verso l’imitazione di quello che fanno gli altri. Così da sentirsi sicuri. Nella cultura di alcuni Paesi - e l’Italia è fra questi sicuramente - le persone prendono scelte in primis per appagare gli altri. Abbiamo figure chiave nella nostra vita, soprattutto i familiari, e cerchiamo di assecondarle, di assecondare le loro aspettative su di noi.

Insomma, scegliamo spesso in base al pensiero degli altri. Ma la scelta non è mai un atto collettivo.

Sempre la Iyengar descrive un esperimento in cui un gruppo di bambini di Paesi diversi doveva lavorare con alcuni pennarelli e alcuni giochi, ma non sempre erano i bambini stessi a scegliere né i giochi né i pennarelli. A volte erano i genitori, ad esempio. In base alle culture, ci sono bambini che funzionano meglio quando a scegliere per loro è un adulto e bambini che vogliono essere indipendenti.

A te consiglio l’indipendenza.

Sì, perché dalle nostre scelte dipende la maggior parte della nostra felicità quotidiana. Avere una autostima alta significa essere in grado di scegliere senza dover chiedere a nessuno o rendere conto a nessuno, pronti anche ad affrontare le conseguenze di una decisione errata e che ci farà pentire. Questo perché ci fidiamo di noi. Del nostro istinto, del nostro fiuto, della nostra saggezza. Del nostro cervello. Questo significa avere autostima.

Per cui ricorda: se una scelta ti impatta direttamente è bene che sia tu a fare le tue scelte. Questo ti garantirà di assumerti le responsabilità e di non dover odiare nessuno in caso di errore. Questo ti consentirà anche di fare esperienza: qualora tu abbia sbagliato, avrai comunque una esperienza previa che allenerà il tuo istinto quando dovrai prendere decisioni future. E segui questo trucchetto: per affrontare davvero con coraggio l’atto di scegliere (perché sì, ci vuole sempre coraggio) prova a immaginarti lo scenario peggiore in caso di decisione sbagliata. Figuralo, visualizzalo e pensa a come lo affronteresti.

Non c’è abbastanza formazione su questo tema. Un mio amico, psicologo cognitivo-comportamentale, aiuta spesso la propria figlia nelle scelte quotidiane. Lei è molto piccola, ma lui le fa scegliere ogni giorno come vuole vestirsi e la spinge a interrogarsi sul perché delle sue scelte. “Perché scegli i mocassini anziché gli stivaletti? Hai visto il tempo che fa fuori?” e così via. Potrà farti sorridere l’idea di un padre che prolunga a tal punto l’atto di vestire una figlia. Eppure questa bambina diventerà una adulta consapevole, secondo me.

Perché sì: fare scelte è sinonimo di essere adulti.

Pensiamo alle persone che sono infedeli seriali nei rapporti di coppia e hanno relazioni promiscue continue. Il loro problema è proprio legato all’architettura delle scelte e alla loro immaturità. Non sapendo dire “no” a tutte le allettanti offerte di potenziali partner, loro dicono “sì” a tutto. Questo perché non sanno rispettare la scelta che hanno fatto inizialmente, e non sanno assumersene le responsabilità.

 

Consiglio pratico: diminuisci le opzioni per combattere la paralisi decisionale

Il mio consiglio pratico per evitare la Paralisi Decisionale è il seguente: se il tuo cervello è spaventato, affossato o paralizzato dalle troppe scelte allora prova a ridurre il numero di opzioni. Non vuol dire che devi diminuire il ventaglio di scelte tappandoti gli occhi. Semplicemente devi prendere tutte le opzioni e ridurle in macrocategorie. Se sei paralizzato davanti a una intera corsia di biscotti in offerta, prova a crearti delle macrocategorie (in base alle marche, in base al sapore, in base ai criteri di dieta). Ti accorgerai che a quel punto le opzioni saranno meno, e dunque sarà più facile e veloce scartare quello che non vuoi, quello che non ti interessa. E sarà più facile capire quello che per te ha valore. E ti accorgerai di quante volte alcune opzioni ci sembrano diverse ma sono in realtà quasi identiche, come le bibite di soda nei Paesi dell’Est!

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Danilo Lapegna

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