Stimola il corpo
C’è una frase di Twyla Tharp - nota danzatrice e coreografa - che ho sempre trovato molto energizzante e motivante. “Quando stimoli il tuo corpo, il tuo cervello si ravviva in modi che una posizione sedentaria non può nemmeno simulare”.
Questa frase l’ho trovata di grande aiuto anche perché sottolinea quanto il benessere del corpo e il benessere della mente siano strettamente legati.
Oltre a motivarmi, però, questa frase mi fa pensare. Quanti di noi stimolano davvero il corpo? Siamo sempre troppo, troppo fermi. Legati a lavori d’ufficio, a mansioni davanti a un pc, allo studio. Incatenati allo schermo, pigramente buttati sul divano. Quanto siamo sedentari? E quanto, senza accorgercene, ci stiamo rovinando? Nilofer Merchant, articolista, dice una cosa giustissima. La tecnologia che usiamo maggiormente durante il giorno non è il cellulare. Ma il nostro fondoschiena!
Take a Walk
La Merchant espande questo tema nel suo discorso Got a Meeting? Take a Walk nel quale afferma come stare seduti stia diventando un vero problema. Si tratta ovviamente di uno studio specifico, il cui esito è riassunto in un Ted Talk che ti invito a guardare. Come ogni studio, è giusto che tu lo approfondisca e lo compari con altre fonti e opinioni. Tuttavia, i dati forniti dalla Merchant sono sbalorditivi. Le persone stanno sedute 9 ore al giorno, in media. Dunque, se ci pensate, stiamo seduti più tempo di quanto dormiamo. E la Merchant ci avvisa chiaramente: l’inattività è fra le cause radici di tumori, malattie cardiache e diabete. Possiamo dire che la sedentarietà sia il fumo della nostra generazione.
Altri dati che ho raccolto mostrano che dopo tre ore passate seduti vi è un calo del 50% della dilatazione arteriosa e quindi una diminuzione del flusso sanguigno.
Dopo due settimane in cui siamo rimasti seduti per più di sei ore al giorno, il colesterolo LDL - detto colesterolo cattivo - ha un aumento significativo.
I muscoli si indeboliscono, la massa grassa aumenta. La nostra salute peggiora ma anche la nostra forma fisica, la nostra condizione atletica ed estetica.
Come da titolo, la Merchant dice che questa cosa si può risolvere trasformando le occasioni di meeting in camminate da fare insieme. Anche per stimolare la conversazione, la creatività e il multitasking. Ma è davvero possibile?
Sedentari a casa, sedentari in ufficio
Un grande cambiamento degli ultimi anni è dato dal lavoro da remoto. Il lavoro da remoto ci porta a fare più meeting on-line e questo potrebbe agevolare le famose camminate di cui parla la Merchant. Incontrarsi dal vivo, uscire e camminare può essere complicato. Ma se ognuno di noi assistesse a un meeting usando cuffie e cellulare e intanto muovendosi,? Ecco che la cosa sembra più fattibile. Lo stesso vale per la didattica a distanza.
Il problema del lavoro e dello studio da remoto è che, per ora, non hanno risolto la questione sedentarietà. Prendiamo per un attimo l’esempio del mondo del lavoro: i dati recenti mostrano che le grandi aziende concedono circa 9,5 giorni da remoto al mese, e le piccole e medie imprese circa 4,5 giorni al mese. I dati sull’impiego da casa sono in decrescita, soprattutto per quelle realtà che prediligono i lavoratori in presenza perché il controllo è più facile. Eppure operare da remoto consentirebbe una maggiore libertà di movimento.
Però, se il lavoro da remoto vuol dire che devo rimanere sedentario a casa così come lo ero in ufficio, allora non vi è nessuna vera rivoluzione. Ho solo cambiato postazione al mio fondoschiena! Se invece consente di essere a disposizione dell’azienda anche quando sono in movimento, allora tutto cambia. Non sono più legato agli spazi dell’ufficio e posso lavorare e camminare. Soprattutto in quelle (tantissime) riunioni dove devo solo ascoltare e non ho interventi da fare.
La sedentarietà può essere davvero sconfitta se uso bene il mio tempo da remoto. Conosco persone che lavorano o studio dal tapis roulant, dalla cyclette o usando sfere o tavole propriocettive al posto della sedia!
Ti rendi conto? Dunque il mio punto di vista è questo: cerca di capire quali occasioni di movimento hai durante la tua giornata e i tuoi impegni.
Se lavori in una azienda, fatti promotore di iniziative di lavoro da remoto e di meeting svolti con cellulare aziendale. Se sei all’università e devi seguire una lezione a distanza, prova a farlo camminando.
Immagina insomma che tutte quelle attività che comportano ascolto-attenzione-dialogo tu devi farle alzando quel benedetto fondoschiena e iniziando a muoverti.
La sedentarietà non si combatte solo con sport ad alti livelli. Se riesci anche solo a portare il tuo corpo a fare dei movimenti in più durante il giorno, allora vanificherai tutti quegli effetti tossici e distruttivi che dicevamo poco fa.
Se ti chiedo di fare questo sforzo è proprio perché, come ho indicato anche in altri articoli, l’approccio alla salute va per me preso in considerazione in maniera olistica. Spesso le nostre emozioni impattano sui dolori del corpo, in maniera psicosomatica. Ma viceversa, spesso il modo in cui trattiamo il corpo impatta sul nostro umore, sulla nostra capacità di gestire le tossine dello stress, di essere efficaci e di goderci la giornata. Ecco perché essere meno sedentario farà bene anche alla tua mente.
Consiglio pratico: meglio se in gruppo
Cerca la proattività, non aspettare solo indicazioni dall’esterno che probabilmente non arriveranno mai. Non aspettare che sia la tua azienda o la tua scuola a dirti di muoverti di più. Come ti dicevo, fatti tu stesso promotore di iniziative.
Il messaggio della Merchant è molto bello perché presuppone che la forza nasca dall’unione. Sono tutte le persone coinvolte in un meeting che devono alzarsi e camminare. Se si fanno le cose insieme è più motivante. Più facile vincere la pigrizia.
Prova allora a fare questo: nell’ambiente in cui ti trovi (di colleghi di lavoro, di studenti, di amici) prova a creare un gruppo Whatsapp con una sfida mensile di chilometri da raggiungere. Datevi un goal in base a quanto realisticamente riesce a camminare ognuno di voi. Alla fine del mese sommate i chilometri che ognuno di voi ha fatto camminando (non barate! Servono distanze misurate con efficacia!).
In questo modo avrete creato una sfida giocosa e stimolante per potervi davvero alzare da quella poltrona. Farà ancora più ridere se misurerete su Google Maps in quale città siete arrivati con tutti i chilometri che avete percorso a piedi!