Senso, social network e algoritmi per la vita (Neurosparks #9)
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Anche questo mese ho letto un bel po' di cosette interessanti e ho pensato di selezionare, tra queste, tre libri che meritano una menzione speciale. Questo mese parliamo di algoritmi, social network, strategia digitale, e arriviamo persino alle riflessioni filosofiche di un premio Nobel per la fisica. Ovviamente, perché vi voglio un mondo di bene e seleziono per voi solo il meglio:
Mi lamento continuamente del fatto che l'Italia sia un paese di troppi (finti) letterati e pochi (veri) ingegneri e matematici. E nulla mi toglie dalla testa che l'arretratezza di questo paese rispetto ad altre realtà europee si possa spiegare, almeno in parte, attraverso una correlazione forte con questo fenomeno. "Algoritmi per la nostra vita" (Algorithms to Live By) di Brian Christian e Tom Griffiths, è quindi un libro perfetto... per salvare il paese? Vabbè, non esageriamo adesso! Diciamo pure però che è un ottimo manuale da regalare a chi crede che algoritmi vivano solamente in un mondo freddo e distante. Christian e Griffiths esplorano infatti, nel dettaglio, come i principi alla base degli algoritmi informatici possano essere applicati per prendere decisioni migliori nelle nostre vite. Si parla di semplificare problemi complessi, di comprendere alcune strutture logiche indispensabili per la quotidianità e di congegnare, attraverso matematica e informatica, soluzioni eleganti a dilemmi personali, lavorativi, e persino esistenziali. Non ve lo nascondo: sarà una lettura impegnativa a tratti. E che ha il grosso (spesso quasi insopportabile) difetto di dare troppe cose per scontate, o di "schiaffarvi" in faccia valori e risultati senza spiegarli o dimostrarli. Ma vi garantisco che nonostante ciò questa rimane una delle mie migliori letture degli ultimi anni. E soprattutto, vi assicuro che non dovrete essere ingegneri o matematici per trarne valore!
Non ho ancora un milione di follower. Quindi questo libro non funziona. Ma vabbè dai, Un milione di follower (One Million Followers) di Brendan Kane è un onestissimo manuale per chiunque voglia capire come costruirsi una presenza online influente. Kane infatti non solo fa un ottimo riassunto dei fondamenti essenziali del social media marketing, perfetti per chi è a digiuno della materia, ma devo impreziosisce il testo con qualche ottimo "trucco insolito" per accelerare la propria velocità di crescita social. Molto efficace la suddivisione del manuale in strategie classificate per social network di riferimento, nonché tutte le riflessioni di contorno su come catturare l’attenzione in un mondo saturo di contenuti. Poi vabbè, io queste cose le sto applicando attivamente e, visto che i fatti superano ogni teoria, monitorate come va il mio profilo Instagram, così da decretare da voi se si tratta di un buon acquisto o meno.
Infine entriamo nel "cuore caldo" dell'impresa scientifica con Il senso delle cose di Richard Feynman. Questo libricino contiene infatti una trascrizione di una serie di tre conferenze che il noto fisico tenne all’Università di Washington nel 1963. E non credo di esagerare se dico che questo contenuto rappresenta perfettamente tutto quanto, oggi, si dovrebbe insegnare al primo giorno nelle scuole sul metodo scientifico (metodo che dovrebbe, almeno a mio modestissimo avviso, essere insegnato nel dettaglio ben prima di parlare di elettricità, atmosfera e vertebrati vs. invertebrati). Feynman infatti, durante queste conferenze, conquista il suo pubblico parlando di importanza del dubbio, di falsificazione dei dati, del rapporto tra scienza, verità, politica e religione. E se vi sembra che, per questo, il rischio sia quello di una lettura pesante o tediosa, non potreste essere più lontani dal vero (anche se, avrebbe probabilmente detto Feynman, avete fatto bene a congegnare la vostre ipotesi basando su ciò che era più probabile; tutto sta nell'accettare l'errore, acquisire i nuovi dati e aggiornare le leggi di conseguenza).
Chi mi segue sa bene che imputo varie colpe ai divulgatori scientifici contemporanei, una tra tutte la scelta di un linguaggio improntato sul blastaggio e sulla poca accoglienza. Drogati dall'eterna "guerra tra fazioni" in atto sui social, parlano solo ai propri sacri proseliti, ovviamente per farli sentire più intelligenti dei gretti barbari che non ne fanno parte. Ebbene, credo che tutti questi dovrebbero imparare da Feynman. Dal suo linguaggio brillante e divertente. Dalla sua onestà intellettuale. Dal suo desiderio, attraverso la semplicità e la gentilezza, di accogliere chiunque in un'impresa meravigliosa come quella scientifica. E scusate se è poco!
Siamo quindi arrivati di nuovo alla fine. Cosa vorreste che approfondissi nella prossima puntata?
Alla prossima!
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Danilo Lapegna
CEO e Founder del "Kintsugi Project"