Vuoi più senso e significato? Gestisci le tue amicizie!

Vuoi più senso e significato? Gestisci le tue amicizie!



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C’è una frase della saga di Shrek che mi ha sempre fatto ridere e pensare. Dice “Caspita, solo un vero amico sarebbe così sincero!”. A pensarci bene è vero. I veri amici sono quelli pronti a essere brutalmente sinceri con noi. A dirci in faccia cose che possono farci male ma che ci aiutano a migliorare. Che ci aiutano a crescere.

Eppure questo tipo di amicizia è spesso quello che rifuggiamo maggiormente. Preferiamo circondarci di amicizie costruite, artefatte. I social in questo non aiutano. Attraverso la rete noi condividiamo una visione modificata e filtrata della nostra vita. I nostri pseudo-amici fanno lo stesso. Ci scambiamo qualche botta di dopamina con un paio di like, intanto sbirciamo nelle vite degli altri e cerchiamo di sentirci migliori.

Ma sono questi davvero i tipi di rapporti che vuoi nella tua vita? Più ti circondi di persone che non ti aiutano a crescere, che non ti danno nulla, e più rimarrai allo stesso livello della scala. Non raggiungerai nessun risultato. E non basteranno un paio di foto ben riuscite di una qualche vacanza costosa per sentirti davvero migliore e riempire il vuoto.

 

L’amico virtuoso

Diciamoci la verità: nessuno di noi può vivere in completa solitudine. Nessuno di noi è un’isola. Anche se a volte sono proprio gli altri esseri umani la causa principale dei nostri problemi, fastidi e arrabbiature quotidiane. Nonostante questo, insomma, noi siamo animali sociali, come ci definiva Aristotele con il concetto di πολιτικὸν ζῷον, politikòn zôon*.*** Abbiamo bisogno degli altri per avere assistenza, conforto, confronto, protezione, affetto, condivisione. Anche il Buddhismo ci invita a perseguire l’amicizia, ma ci esorta a trovare gli amici virtuosi. I cattivi amici sono quelli che oggi definiremmo “rapporti tossici”. I vampiri emotivi, coloro che ci buttano addosso la loro negatività, che vogliono che condividiamo il loro mindset distruttivo. Coloro che pretendono e non danno, che non sono mai sinceri.

Il vero amico è invece il kalyāṇa mitta. L’amico virtuoso*.* E non è solo quello che ride ai tuoi stessi meme o con cui ti prendi una birra il venerdì sera. Certo, anche quelli sono bei rapporti. Ma l’amico virtuoso è colui che riesce ad accompagnarti in un percorso di crescita e illuminazione. È il mentore che ti ha messo una mano sulla spalla nel momento giusto. È colui o colei che ti ha dato un feedback schietto ma costruttivo quando ne avevi bisogno. È colui o colei che - anche infuriandosi con te - ti ha aiutato a uscire da una dipendenza o da un vortice in cui eri sprofondato. Kalyāṇa mitta è colui o colei che avrà il coraggio di dirci cose che non avremmo voluto sentire. È un concetto che si evolve in temi spirituali, ma nell’articolo di oggi voglio andare più sul pratico. E aiutarti a trovare un amico degno degli insegnamenti del Buddha. O almeno di quelli di Shrek!

 

Come gestire i tuoi rapporti per evitare la tossicità

  1. Non aspettarti onestà da chi mente a se stesso. Per capire come un potenziale amico potrebbe trattarti, guarda come tratta se stesso. Nessuno sarà in grado di volerti bene, proteggerti e darti sincerità se in primis non fa lo stesso per se stesso. Quante volte hai visto persone indugiare nei loro vizi, nelle loro piccolezze? In difetti che potrebbero benissimo evitare? E magari proprio queste persone continuano a pontificare come se fossero loro ad avere sempre ragione? “Gli altri sono tutti stupidi, io so come va il mondo!” dice questo tipo di individuo. Evitando alacremente di lavorare sulle proprie aree di miglioramento. Questo è un mindset pericoloso, ottuso. Da evitare assolutamente.
  2. Giudica le persone da come litigano. Molto spesso tagliamo i ponti con le persone dopo un litigio. Lo dico sempre: è un pessimo errore. Discutere è una cosa normale. I contrasti e i conflitti sono la prima chiave per evolversi e crescere. Anzi, per aiutarsi a crescere reciprocamente. Non devi evitare una persona solo perché ci hai litigato. Devi evitarla, però, se durante il litigio ha assunto comportamenti tossici. Ti faccio un esempio: se durante il disaccordo l’altra persona ha usato ogni sua energia solo per portare sul tavolo, allo sfinimento, il suo punto di vista, le sue ragioni, allora quella è una persona tossica. Perché nel fare questo non ha usato nessuna energia per ascoltare le tue, di ragioni. Una discussione può anche essere accesa, ma devono esserci ascolto e pazienza. La persona che reputi amica ti ascolta quando siete in contrasto? O cerca solo di dire la sua?
  3. L’amico virtuoso è coerente. Controlla bene il comportamento delle persone che hai accanto e nota come questo cambia in base alle situazioni. Un vero amico è colui che rimane coerente sia quando le cose vanno bene che quando vanno male. Che non è protettivo solo quando il mare è calmo, ma anche quando c’è la tempesta. Che non è pronto a tradire tutto e tutti, dunque, quando c’è una qualche situazione problematica.

Parti da queste prime tre regole. Sono pochi punti ma, fidati, il solo guardarsi intorno usando queste lenti speciali ti farà capire molto degli individui con cui ti relazioni. E se ti domandi: perché darsi tanta pena a pensare agli altri se in realtà dobbiamo pensare a noi, alla nostra crescita?

Beh, la risposta è che la nostra crescita dipende anche dagli altri. I fallimenti e insuccessi della tua vita potrebbero dipendere anche dal mindset dei tuoi amici. Se tale mindset alimenta le tue negatività, insicurezze e paure, allora è un fattore bloccante. Risponditi a questa domanda: le persone che hai intorno ora sono persone che stimi? Hanno qualità che vorresti emulare? Sono a livelli che vorresti raggiungere? In una parola: ti ispirano un cambiamento positivo?

O ti spronano solo a tirare fuori il peggio di te, giusto per deriderti quando sei nel fango e sentirsi migliori?

 

Consiglio pratico: sta’ zitto/a!

Il consiglio molto pratico che voglio darti è un invito a tenere ben protette le cose che ti riguardano. Nel dubbio che tu abbia davanti a te un amico virtuoso o un cattivo amico, cerca di non condividere troppe cose.

Attenzione: questo non vuol dire che tu debba avere segreti. Anche tu devi comportarti da buon amico. Non avere zone d’ombra, ed essere molto rispettoso dei segreti altrui che ti vengono confidati.

Intendo dire che quando sei in dubbio se fidarti o meno, cerca di non condividere troppo dei tuoi progetti, dei tuoi sogni, delle tue prossime mosse. Gli altri - volendo o anche non volendolo - potrebbero fare cose che ostacolano la tua crescita. E sappi che più crescerai più perderai molte delle persone che hai ora intorno a te (l’invidia allontanerà molti, ahimè).

Non raccontare cose troppo intime su te o sulla tua famiglia agli altri. Non confidarti troppo con un tuo socio di pettegolezzi, parlando male di tizio e sfottendo caio. Non vantarti troppo dei tuoi meriti o di quanto ti senti eroico o realizzato . Di quanto sei illuminato o ricco.

Insomma, trattieniti. Abbandona questa cultura social del “se gli altri non lo sanno è come se non fosse mai successo”.

Non sai mai cosa possono fare le persone con le informazioni che tu doni. Centellina.

Ho iniziato questo articolo con un film e finirò con un altro film. In questo caso, con la pellicola Il mio nome è Nessuno.

Qui, il personaggio di Terence Hill racconta ad un certo punto una storia paradigmatica. Parla di un uccellino che soffre il freddo in mezzo a un sentiero, e che viene riscaldato da una mucca generosa la quale lo copre… di escrementi! L’uccellino al caldo inizia a canticchiare. Un coyote lo sente, lo pulisce per bene e lo divora.

Il personaggio di Henry Fonda troverà la morale di questa storia, ed è una morale decisamente incentrata sul concetto di kalyāṇa mitta.

Mi si scuserà per la parola scurrile, ma cito il film fedelmente:

Non tutti quelli che ti buttano della m*** addosso lo fanno per farti del male.

Non tutti quelli che ti tirano fuori dalla m*** lo fanno per farti del bene.

Ma soprattutto, quando sei nella m*** fino al collo… sta’ zitto!

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