Come mai siamo infelici?
Un amico di vecchia data mi ha recentemente confessato di essere un assiduo lettore dei miei articoli. Non avevo idea che anche lui seguisse i miei scritti, ma ho scoperto che lo studio dei miei articoli lo sta aiutando in un periodo non proprio facile della sua vita. Il mio amico mi ha confessato di sentirsi amareggiato, insoddisfatto, frustrato. Ma la cosa che lui ha notato - e che ritengo un ottimo spunto di riflessione - è questa: “a me non manca niente, come mai non sono felice?”. Effettivamente il mio amico ha tante cose che altri solo sognano: una casa, un partner che ama, un buon lavoro. Da dove viene questa lacuna interiore così profonda che lui sente? L’articolo di oggi nasce proprio per cercare di aiutare il mio amico. Lo dedico a lui! Certo, non voglio sostituirmi a uno psicoterapeuta (e spesso la terapia è l’arma migliore per risolvere i disagi interiori, e bisogna rivolgersi a uno specialista senza avere paura). Però io so che a volte ci facciamo sfuggire la felicità di mano perché non siamo abbastanza in grado di godercela, di apprezzarla, di tenerla con noi. Oggi voglio mostrarti come riconoscere la felicità. A volte è più facile di quanto sembri.
Le 3 parole chiave
- Gratitudine. Troppo spesso ci concentriamo sulle nostre mancanze anziché apprezzare quello che abbiamo davanti. Troppo spesso ci sentiamo frustrati perché crediamo che i nostri momenti felici debbano ancora accadere. La mente vaga e ci dice cose come “ah, come sarei felice se avessi il lavoro dei miei sogni” oppure “come sarò felice quando mi trasferirò nella nuova casa”. La mente rifiuta la felicità presente e la demanda a una speranza o a uno scenario che ancora non sono accaduti. Ma perché non ci concentriamo su quello che abbiamo? Perché non ci concentriamo su tutte quelle cose che ci rendono fortunati? Ognuno di noi ha qualcosa che gli altri invidiano, per cui gli altri pagherebbero. È tempo di allenare la tua mente apprezzando proprio quel qualcosa. Essere grato per ogni cosa bella che il destino ti mette di fronte, fosse anche la più piccola. Essere felice per quello che stai vivendo. Pensa questo: guarda dove sei arrivato! Non è forse un ottimo traguardo? Prima di rispondere, pensa soprattutto a dove sei partito. Quali erano le tue risorse iniziali. Sono sicuro che sei partito dal niente, che ti sei fatto da solo senza spintarelle o aiuti o enormi ricchezze. Guarda dove sei adesso. Sii fiero di te. E grato.
- Mindfulness. Questa pratica la sponsorizzo in ogni mio articolo. Mindfulness. Essere presenti, coscienti del momento che si sta vivendo, godendolo appieno senza ansie sul futuro o nostalgie del passato. Quante volte il mio amico - che ti citavo all’inizio - avrà fatto una cena o una passeggiata in preda alla scontentezza. Magari ripensando a un litigio con un collega avvenuto qualche ora prima. O sognando un viaggio ai Caraibi, per poi sospirare visto quanto costerebbe. Tutto questo durante una cena o una passeggiata, ovvero momenti in cui avrebbe fatto molto meglio a godersi il cibo che stava mangiando, la compagnia, il sole che gli carezzava la pelle, il colore del cielo. In cui avrebbe fatto molto meglio a liberare la mente dai demoni intrusivi che la vorrebbero scontenta. Sta a te programmare la tua mente. Ed essere mindfulness può aiutarti anche a essere grato, come dicevamo nel punto 1. Se vivi il presente (e possono aiutarti tecniche quali la meditazione) potrai davvero trovare la centratura, la calma, la serenità che stai cercando.
- Proattività. Anche seguendo le ricette dei primi due punti, potrebbe capitarti comunque di trovarti in un periodo davvero nero e problematico. Ma anche in questo caso non devi disperare. I problemi esistono, l’importante è non lasciarsi affogare da loro. Bisogna essere proattivi: sono in una brutta situazione? Ok. Mi sta aiutando rimuginarci sopra, lamentarmi, piangermi addosso? No. Non mi sta aiutando e in più sta rendendo tossiche le relazioni che ho intorno, visto che gli altri mi percepiscono come un vittimista. Tempo di rimboccarsi le maniche e pensare: c’è un modo per risolvere i miei problemi? Sono davvero così impattanti o forse li sto ingigantendo con la mia paura? Davvero non posso fare nulla o forse sono solo bloccato e non vedo soluzioni? Una manager di una azienda con cui ho collaborato come consulente è una donna davvero tosta! Lei sì è una persona sempre pronta a vedere il lato positivo. Un giorno la vidi parlare con sua figlia, la quale aveva iniziato un lungo monologo sui problemi a scuola, con le amiche, eccetera. Era davvero scoraggiata. La madre liquidò il tutto con una semplice domanda. “E tu ti arrendi così?”. Una semplicissima domanda che vale più di mille “ti capisco”, “non preoccuparti”, “stai calma”. Allora io lo chiedo a te. Ok, ci sono dei problemi. Ma tu sei consapevole della tua forza. E allora? Ti arrendi così?
Riepilogo: adattarsi, sopravvivere, riderci su
In questo articolo ti ho spiegato come tre semplici parole chiave (gratitudine, mindfulness e proattività) possano aiutarti ad essere consapevole di quanto siano belle le tue giornate e di quanto sia straordinario essere vivi. Non sono solo queste le parole chiave, ce ne sarebbero altre quali “relazioni”. Quanto coltivi le tue relazioni? E intendo quelle vere, sane, nutrienti. Quelle che avvengono di persona, ascoltando la vera voce di un individuo, sentendone l’odore. Non dietro un piatto schermo che ci distrae e narcotizza. Comunque, qualsiasi siano le parole chiave che trovi, sappi che il senso di tutto è questo: una persona felice sa adattarsi alla vita che ha, anche quando capitano degli imprevisti. Non basta il minimo imprevisto, insomma, per far crollare tutto come un castello di carte. Una persona felice non si crogiola nei fallimenti e nei rimpianti. Se ha fatto errori li userà come lezioni di vita per migliorare. Una persona felice, insomma, prenderà anche il peggio trasformandolo in una occasione per una vita migliore. E tu? Cosa aspetti ad essere felice?